Il “Toro di Wall Sreet” è una delle icone di New York e una di quelle attrazioni che tutti vanno a visitare la prima volta che arrivano nella Grande Mela. Per gli italiani è anche motivo di vanto perché l’opera è merito dello scultore Arturo Di Modica, nato a Vittoria in provincia di Ragusa. Il nostro connazionale, recentemente scomparso, balzò all’onore delle cronache il 16 dicembre 1989 quando insieme a degli amici posizionò il suo “charging bull” di oltre tre tonnellate di fronte alla borsa di Wall Street. Il tutto avvenne di nascosto, senza alcuna autorizzazione e con una attenta pianificazione: le notti prima lo scultore andò a controllare con un cronometro i passaggi della polizia notando che le pattuglie passavano ogni 5/6 minuti. Progettò quindi di fare tutto in 4 minuti e mezzo. Non fece però i conti con l’arrivo del Natale e la notte tra il 15 ed il 16 dicembre quando arrivarono davanti alla borsa con un camion, lui ed i suoi amici, si ritrovarono di fronte un grande abete installato per le festività. Dopo un primo smarrimento non si persero d’animo e posarono il grosso toro proprio sotto l’albero come fosse un regalo. Al risveglio di New York lo stupore fu enorme e la notizia fece il giro del mondo. Wall Street non gradì però il presente e decise di rimuovere la scultura. Successivamente, grazie all’intervento del sindaco e di alcune associazioni, fu deciso di spostarlo all’incrocio tra la Broadway e Morris Street dove si trova tutt’ora ed è dove è diventato un’icona della città. Lo scultore creò quest’opera per ricordare il “can do”: lo spirito americano e soprattutto di New York dove chiunque, indipendentemente dalle sue origini può avere successo puntando sul duro lavoro e sulla determinazione.
Pochi anni fa di fronte al toro venne collocata a sorpresa la statua di una ragazzina: mani sui fianchi, sguardo deciso e fermo, la “fearless girl” ovvero la ragazza senza paura venne installata di fronte al famoso toro di Arturo Di Modica nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2017. Soggetto della statua, luogo e data non furono di certo casuali: la scultura opera dell’artista Kirsten Visbal aveva il compito di sensibilizzare le aziende sul ruolo delle donne nel mondo della finanza prevalentemente dominato dal genere maschile e incoraggiare un numero maggiore di presenze femminili nei ruoli chiave delle aziende. Intervistata a riguardo la scultrice disse: “la ragazzina rappresenta il futuro. Il toro rappresenta la comunità finanziaria. Stiamo affermando che le donne fanno parte della comunità imprenditoriale su scala globale e che le bambine saranno leader”. Non tutti presero bene questa iniziativa: il primo detrattore della Fearless Girl fu proprio Arturo di Modica che all’apparire della statua ne richiese subito la rimozione, ritenendo che il suo lavoro (il Charging Bull) fosse stato impropriamente sfruttato per finalità commerciali e che l’integrità artistica della sua opera fosse stata compromessa.
Questo perché il toro, realizzato come simbolo positivo di forza e potenza, contrapposto alla statua della bambina diventava un elemento negativo al quale opporsi. Da parte sua, la società finanziaria che aveva commissionato l’opera rispondeva che la Fearless Girl non stava sfidando il toro, ma che si trovasse lì per rappresentare il potere delle donne. Altri artisti si mostrarono d’accordo con Di Modica, compreso Alex Gardega, che per un breve periodo nel 2017 posizionò accanto alla bambina la statua di un cagnolino che urinava su di lei. In tanti, poi, fecero notare come in realtà si trattasse solo di un’iniziativa pubblicitaria, e rilevarono che incarnare le ambizioni delle donne nella figura di una bambina sminuisse in realtà lo stesso genere femminile. Le varie polemiche e denunce portarono alla fine a spostare la statua della ragazzina a Wall Street proprio di fronte alla borsa ed ora è lì a sfidare il mondo della finanza.
Oggi, al posto della statua di fronte al toro si trova una targa rotonda, che mostra le impronte della bambina e recita: “Fearless Girl si è spostata al New York Stock Exchange. Finché lei si trova lì, prendi il suo posto”. Un invito alle donne che visitano New York a poggiare i piedi sulle sue impronte per sfidare qualunque minaccia.